“Un giardiniere, una specie di grosso granchio metallico, curava le piante. […] Il granchio-robot si spostò verso di loro, avanzando lungo le ondulazioni della ghiaia. Il suo carapace di bronzo avrebbe potuto avere mille anni. Quando arrivò ad un metro dagli stivali della ragazza sparò un raggio, poi si immobilizzò per qualche secondo, analizzando i dati ottenuti. […] Il granchio aveva cambiato direzione per evitarla…” (cap 2 pagg 31-32)Il robot citato è simile, non per l'aspetto, ai moderni robot utilizzati per tagliare l'erba. Questo, però, è più avanzato e tecnologico per la capacità di evitare gli ostacoli tramite un raggio laser (come quello delle fotocellule) e non come avviene per i robot giardinieri dei giorni nostri, ovvero per mezzo di un cavo perimetrale elettrificato predisposto.
Dedicato al corso di Storia della Tecnologia tenuto dal Professor Vittorio Marchis presso il Politecnico di Torino, questo blog tratterà della tecnologia nel libro "Neuromante" di Wlliam Gibson
domenica 27 aprile 2014
Granchio-robot giardiniere
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