“Case si rese conto che gli occhiali erano innesti chirurgici che sigillavano le orbite. Le lenti argentate parevano crescere direttamente dalla pelle liscia e pallida sopra gli zigomi, incorniciate dai capelli scuri arruffati. Le dita serrate intorno alla Fletcher erano molto fini, candide, con le unghie di un lucido borgogna. Parevano artificiali. […] Tese le mani in avanti, il palmo rivolto all’insù, le dita bianche leggermente allargate, e con un clic appena percettibile le lame di dieci bisturi a doppio taglio, lunghe quattro centimetri, scivolarono fuori dai loro ricettacoli sotto le unghie color borgogna. Molly sorrise. Le lame si ritrassero lentamente.” (cap 1 pag 28)Come anticipato nei post precedenti, ecco finalmente una delle prime descrizioni fantascientifiche degli innesti chirurgici impiantati in uomini e donne comuni: lenti al posto degli occhi e lame all'interno delle dita delle mani.
Sebbene siano inverosimili e mai sperimentate nel mondo reale, queste modificazioni del corpo di Molly rappresentano il traguardo raggiunto dalla tecnologia, dalla scienza e dalla chirurgia nel libro ma, in particolare, rappresentano le aspettative proprie dell'autore e dell'intero mondo scientifico a lui contemporaneo: in questo, Gibson è stato influenzato dal trapianto del primo cuore artificiale avvenuto nel 1982, una delle prime macchine impiantate nel corpo di un essere umano.
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