"Un orologio alla Dalì era appeso al muro tra gli scaffali, e il suo quadrante distorto sembrava colare fino al pavimento di nudo cemento. Le lancette erano ologrammi che si alteravano in modo da restare in sincrono con le deformazioni del quadrante a mano a mano che ruotavano, ma non indicavano mai l’ora esatta.” (cap 1 pag 15)La citazione fa riferimento all'opera dell'artista spagnolo Salvador Dalì "La persistenza della memoria" (o "Orologi molli") del 1931: gli orologi sono però modificati e resi più tecnologici dalla presenza di lancette olografiche.
Dedicato al corso di Storia della Tecnologia tenuto dal Professor Vittorio Marchis presso il Politecnico di Torino, questo blog tratterà della tecnologia nel libro "Neuromante" di Wlliam Gibson
domenica 20 aprile 2014
Un orologio particolare
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